|  |  Ponte romano 
      della Via Traiana, costruito all'inizio del II° sec. d.C. Ha tre arcate ancora esistenti con 
      una quarta arcata separata dalle rimanenti interamente e malamente 
      ristrutturata con materiali non originali. Sussiste anche quasi integra la 
      pavimentazione del piano viario di bàsoli, chiamati nel dialetto locale 
      “chianche” (da cui il nome attuale del ponte). Si trova a circa due 
      chilometri verso valle, in direzione del fiume Miscano. Serviva a superare 
      un torrente ora quasi asciutto.Opera probabile di Apollodoro di Damasco, architetto e scultore, al quale 
      la critica moderna, oltre alle opere già attribuitegli dagli scrittori 
      classici, ha aggiunto, tra le altre, il Foro di Traiano di Roma, con la 
      celebre Colonna istoriata con bellissimi bassorilievi sulla guerra in 
      Dacia dell’imperatore, ed anche, per ciò che ci interessa qui, l’Arco di 
      Traiano di Benevento (v. R. Bianchi Bandinelli, alla voce “Apollodoro di 
      Damasco”, in “Encicl. Dell’Arte Ant.”, Roma, 1958). L’Arco di Benevento fu 
      inaugurato dallo stesso imperatore, nel 114 d.C., come porta a capo della 
      Via Traiana realizzata nel biennio 109-110, alla biforcazione con la più 
      antica via consolare dell’Appia, entrambe conducenti a Brindisi.
 Una somiglianza illuminante sulla probabile attribuzione del Ponte delle 
      Chianche ad Apollodoro è quella esistente tra le facce delle arcate di 
      questo ponte e quello certamente più maestoso sul Danubio, a Dobreta 
      (Romania), sicuramente opera dell’architetto preferito di Traiano, a 
      sezioni trapezoidali, che però nel ponte di Buonalbergo possono decifrarsi 
      con difficoltà, dato che il suo rivestimento litico originario giace 
      disperso nel greto del torrente. (v. Sez. n° ).
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